E’ con immenso dolore che comunichiamo la scomparsa del nostro volatore più anziano, il nostro decano, il grande cantastorie di Piacenza.

Ancora attoniti ne ricordiamo le qualità umane, l’ironia, la penna sopraffina, l’intelligenza acuta. E la sua giovinezza, l’anima allegra e talvolta irriverente.

Stai volando più in alto di noi, Agostino.

Ci mancherai tanto.

“Sono un “contastorie”, racconto vicende di altri: “fatti”, per lo più.
Sentimenti grandi e profondi (odio o amore sempiterni, ad esempio) non fanno per me, sono un superficiale; c’è poco da scavare in me, meglio non farlo, c’è il rischio …di non trovarci niente.
Attorno ai personaggi dei miei racconti non aleggiano musiche
immortali, al massimo ci potrebbero stare le note di una canzonaccia o lo strimpellìo di una chitarra.
È il mio lettore che insiste ad attribuire reconditi e nascosti significati
alle mie chiacchierate… sono solo un “figlio di buona donna” che lo
imbroglia portandolo per mano dove voglio io, ma che poi si fa perdonare lasciandolo libero di scorrazzare come vuole lui.

( Agostino Damiani. Prefazione a Via Solferino 52 –  tratto da “Confini”, Edizioni Domino 2009)