Lo speed date letterario è un incontro che si svolge a tu per tu tra lettore e autore. Non si tratta della tradizionale presentazione di un libro davanti a una platea indistinta, ma di un dialogo tra due protagonisti: lo scrittore e il lettore. Un tavolo per condividere uno scambio, esprimere punti di vista, discutere, a volte, ma soprattutto scambiarsi emozioni.

Un gioco per entrare nelle storie e nella fantasia di chi le ha create.

 

Viene predisposta una sala, dove a ogni tavolo (almeno 5/6) trova posto un Volatore pronto ad accogliere uno per uno tutti i partecipanti e a offrire loro il tempo e l’atmosfera giusta per condividere storie e parole. In alcuni casi si può anche  sorseggiare del buon vino.

 

All’interno della location viene idealmente ricreata la pagina di un libro con parole sparse, appese ai muri sotto forma di cartelli. Sono le parole più significative (circa 100) che gli autori hanno scelto per rappresentare i loro racconti e il loro mondo.

I partecipanti sono invitati a scegliere un bigliettino: una parola (Amore, Rabbia, Cambiamento, Ironia, …) e un numero li indirizzano al tavolo corrispondente. A quel punto il lettore/avventore può compiere un percorso, libero oppure guidato, tra i tavoli, da autore ad autrice, cercando di cogliere e svelare i significati e le diverse interpretazioni che ognuno ha dato alle parole.

 

L’idea è nata dalla volontà di far partecipare più attivamente le persone, coinvolgerle nella scrittura in una modalità più interattiva, stimolandoli a intervenire, esprimere pareri, fare domande, confrontarsi, e anche scrivere.

E poi riscoprire il piacere del dialogo, dell’incontro tra persone, dello scambio che avviene a tu per tu.

Al termine dell’incontro i Volatori sono soliti fare dono di un breve testo poetico e chiedono in cambio ai partecipanti un breve scritto: un pensiero o una frase. (Diverse sono già pubblicate su questo blog, alla pagina “Avete scritto…”).

 

In alcuni casi qualcuno introduce l’evento (la direttrice della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, Rosella Parma, lo ha fatto a Mantova durante il Festival Letteratura nel 2008) spiegando significati e svolgimento.

 

 

Il presupposto di questa ricerca è l’idea che la scrittura, per lo scrittore come anche per il lettore, sia una forma di conoscenza. Scrivere significa conoscere se stessi e gli altri.

Lo scrittore spesso scrive per cercarsi e trovare se stesso dentro le azioni e i pensieri del personaggio che ha scelto di far agire.

E’ così che si rende intelleggibile: il suo pensiero, le emozioni, le sue esperienze biografiche diventano noti a chi lo leggono.

Siamo in tanti ad affezionarci a un autore, e leggendo tutto di lui, possiamo quasi considerarlo un amico, una persona cara, quasi uno di famiglia.

Il lettore, invece, spesso legge per conoscersi di  più, per cercare nelle parole scritte un messaggio valido e utile anche per sé, oppure anche per incontrare qualcuno dalla personalità ed esistenza totalmente diverse dalla sua. Per capire un po’ di più di se stesso.

Comunque vada, dunque, per entrambi, la scrittura è un viaggio di conoscenza.

 

Scrivere significa dare forma concreta a un testo, generarlo.

Anche leggere significa dare vita a un testo, letteralmente: farlo vivere.

Il lettore, infatti, ha un ruolo fondamentale in questo scambio, decisamente creativo, perché interviene a interpretare, tradurre nel suo personale codice, dare un senso a ciò che legge. Lo dice anche Umberto Eco, e chiama questa attività del lettore cooperazione interpretativa. Ogni testo ha un significato diverso, perché diversa è la cifra interpretativa, il grado di immedesimazione, diversa e unica la persona che lo legge. E questo è ancora più vero per i testi che sono opera di invenzione, come i racconti che rispecchiano in maniera formidabile la personalità di chi li ha creati, ma che lasciano molta libertà a chi li fruisce, essendo soggetti a molteplici interpretazioni. Ogni lettore, infatti, è indotto a introdurre nel racconto la propria esperienza di vita, il personale punto di vista.

E’ evidente, allora, come esista una collaborazione, una cooperazione, tra autore e lettore. 

 

L’autore ha bisogno del lettore, perché solo lui può illuminarlo su quanto ha creato nel suo testo: i personaggi, la storia, i significati. Altrimenti il testo, senza lettore rimarrebbe soltanto un insieme di parole sigillate nelle pagine del libro. Il testo, invece, diventa vivo nella testa del lettore che lo porta con sé.

 

Anche il lettore ha bisogno dell’autore: solo l’autore ha la capacità e la sensibilità di mettere per iscritto il particolare che può fornire al lettore appassionato lo spunto per interpretare nuovi aspetti della propria personalità, conoscere le sfumature dei pensieri anche più nascosti. In un testo il lettore può trovare descritta un’emozione provata, un sogno vissuto, una delusione mai espressa. E così il lettore si ritrova rappresentato. 

A volte, invece, lettura e scrittura sono un viaggio fantastico per entrambi: l’autore dà libero sfogo alla fantasia e crea con le parole un  mondo meraviglioso più o meno credibile, che corrisponde al mondo ideale immaginato e pensato dal lettore. Questo è l’incontro del destino!

 Per tutto questo crediamo che autore e lettore debbano incontrarsi e conoscersi. Seduti a un tavolo, davanti a un bicchiere di vino bianco o rosso, ognuno è invitato a entrare nel mondo dell’altro, come un amico in cerca di un compagno di viaggio.

Lo Speed Date Letterario è stato proposto e realizzato dai Volatori Rapidi al caffè letterario Baciccia di Piacenza (marzo 2008) e successivamente al Festival Letteratura di Mantova 2008 tra gli eventi collaterali.

Per informazioni: Chiara Ferrari (chiaraferra@gmail.com)